lunedì 3 settembre 2012

E' vero che abbiamo anche blog!

Eh beh...dai c'era l'estate in mezzo...un discreta lista di impegni...chi vi scrive poi ultimamente non ha tempo neanche di respirare....torneremo a scrivere, a raccontare le canzoni...sappiate però che la Clarissa non si è mai fermata.

E dopo un "4" di bacchette anche settembre inizierà in grande stile!

martedì 3 luglio 2012

Canzone per l'estate


Bastano pochi secondi di questa canzone per ritrovarsi in casa loro, seduti al tavolo della cucina a parlare del più e del meno, mentre i bambini giocano e l'acqua scorre sulle stoviglie...


Guardate che prima o poi le ascolterete tutte, ve lo assicuro. E' solo questione di sapere che canzoni del genere sono già state scritte!

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giovedì 28 giugno 2012

Dentro una canzone - Il testamento di Tito

Vi prego leggete questo post fino alla fine. Non fatelo svogliatamente o in fretta. Se volete davvero approfondire questo brano prendetevi del tempo. Ma soprattutto leggetelo FINO ALLA FINE e vedrete come nelle ultime parole di questa canzone ci sia quel pizzico di sale che da sapore a tutta la canzone.
Perdonatemi se mi dilungo un po', ma questa canzone è spesso travisata e ci tengo particolarmente al fatto che voi possiate vedere questi versi sotto un altro aspetto. Come dicevo prima dell'esegesi di Creuza de Ma, in questi approfondimenti intendo offrire "un punto di vista strettamente personale, atipico, che non considera solo ciò che De Andrè diceva delle sue canzoni ma si appoggia principalmente a ciò che le canzoni dicono a noi, attraverso il testo, il suo significato, e le note che lo accopagnano".

Questa è la canzone che forse è stata esposta maggiormente al linciaggio mediatico e ognuno ha avuto modo di dire la sua su questo brano. Sappiamo che De Andrè non era esattamente un fervente cattolico, ma si è accostato comunque alle figure sacre con il suo album "La buona novella" esaltandone alcuni aspetti e criticandone altri. Il fatto che De Andrè avesse una certa visione, non proprio favorevole alla religione (pur avendone molto rispetto), ha fatto sì che anche i testi meno estremi fossero interpretati unicamente come blasfemi. Con questo album De Andrè intendeva umanizzare maggiormente le figure bibliche (parole sue), raccontandone la vita di tutti i giorni oppure cercando di capire come potessero aver vissuto personalmente certi episodi del vangelo. Il solo fatto che De Andrè si fosse servito dei vangeli apocrifi per la sua opera, fece gridare allo scandalo (ricordiamoci che questo album fu scritto nel 1970). La canzone "Il testamento di Tito" fu etichettata come blasfemia pura, completamente contro le idee della Chiesa e contro la religione Cattolica.

Questa canzone però, come vedremo, offre anche un punto di vista completamente diverso. Infatti mentre la Rai la censurava non proponendola in radio e in televisione, Radio Vaticana la trasmetteva regolarmente...

Tito secondo i vangeli apocrifi era il nome del buon ladrone che fu crocifisso insieme a Gesù e a un terzo uomo (chiamato Dimaco). Questa brano si svolge nello scenario della crocifissione. Tito pende dalla croce esattamente come Gesù, e ripensa a ciò che ha fatto della sua vita.

Il testamento di Tito


Non avrai altro Dio, all'infuori di me,
spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse, venute dall'est
dicevan che in fondo era uguale.
Credevano a un altro diverso da te,
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.

Tutta la canzone è un continuo tentativo di sgretolare, contestare e confutare, uno per uno i dieci comandamenti. Tito vuole dimostrare la falsità dei dogmi divini raccontando la sua esperienza. L'idea comune della religione prevede un dio vendicativo che detta una legge e che punisce chi non la osserva.
Il primo comandamento dice "Non avrai altro Dio all'infuori di me". Tito invece racconta di altre persone che fondamentalmente credevano la stessa cosa, seguendo però un dio diverso. Probabilmente Tito si è accostato anche al loro credo e ha scoperto che ciò non gli ha causato sofferenza. Questa è la prima trasgressione di Tito che lo porta a rompere gli indugi: è un primo tentativo di allontanarsi dalla legge di Dio che tutto sommato è andato a buon fine. Questa scoperta innesca una trasgressione continua alla ricerca di una libertà fin'ora negata, costretta e soffocata dai dettami della religione.

Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo occupato
e non ascoltò il mio dolore.
Ma forse era stanco, forse troppo lontano
davvero, lo nominai invano.

La coltellata ricevuta da Tito è simbolo di qualsiasi fatto che sconvolge la nostra vita. Un tumore, una disgrazia, la perdita di qualcosa a noi caro, ci spinge quasi naturalmente a cercare conforto in Dio. L'umiltà di affidarsi a Dio è essenziale per ricevere il suo aiuto. Tito si pone davanti a Dio con superbia e, sentendosi abbandonato, bestemmia. Se noi sappiamo ciò di cui abbiamo bisogno, perchè non siamo capaci di alleviare da soli le nostre sofferenze? Ciò mostra i limiti dell'Uomo.
Onora il padre. Onora la madre
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone:
quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.

Onora il padre e la madre. Tito non trova motivo per osservare questo comandamento e si chiede che senso abbia onorare chi ti ha fatto del male. Se amiamo solo chi ci fa il bene, che merito ne abbiamo?
Tito qui si comporta in maniera del tutto umana e condivisibile da ognuno di noi. Chi potrebbe biasimarlo? Ancora una volta trasgredisce e non soffre per questo.

Ricorda di santificare le feste.
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.

Tito trova inutile il sacrificio di chi dedica la sua vita ad osservare i precetti della religione. Alla fine le vere bestie che vengono sacrificate sono quelli che a testa bassa e con il cervello spento seguono come pecore (non a caso si parla di sacrificio), chi gli dice quel che deve fare per avere il favore di Dio. Mi raccomando leggete fino alla fine!

Il quinto dice "non devi rubare"
e forse io l'ho rispettato
vuotando in silenzio, le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio.

In questi versi si critica chi ruba rifugiandosi dietro a una legge che lo permette, come le banche o i governi che infliggono tasse ingiuste ai loro popoli.

Non commettere atti che non siano puri
cioè non disperdere il seme.
Feconda una donna ogni volta che l'ami, così sarai uomo di fede:
poi la voglia svanisce ed il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore,
ma non ho creato dolore.

La lussuria è il peccato più difficile da comprendere. La legge di Dio lo vede come un peccato grave ma Tito anche se non ha adempiuto questa legge non ha provocato dolore e si sente giustificato da questo. Un'altra volta.

Il settimo dice "non ammazzare"
se del cielo vuoi essere degno.
guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno.
guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno.
Guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno.

In questi versi viene riconosciuta l'innocenza di Gesù e si condanna chi predica bene e agisce male.

Non dire falsa testimonianza
e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino
e scordano sempre il perdono.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.

Un altro comandamento infranto che non provoca dolore a Tito, e un'altra critica a chi fa della legge di Dio una guida essenziale e poi non la mette in pratica. Questo "non provare dolore" è molto importante come vedremo alla fine.

Non desiderare la roba degli altri,
non desiderarne la sposa.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa:
nei letti degli altri, già caldi d'amore
non ho provato dolore.
L'invidia di ieri non è già finita:
stasera vi invidio la vita.

Di nuovo, Tito non prova dolore. Avete notato quante volte ritorna questa "giustificazione" che porta Tito a trasgredire?

Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti:
io nel vedere quest'uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l'amore.

Ecco la chiave di lettura di tutta la canzone. Rileggete questi ultimi versi. Dai rileggili. Fatto?
Tutta la canzone non è altro che un esame di coscienza che Tito fa mentre pende dalla croce a fianco di Gesù. Attraverso questo viaggio nei ricordi della sua vita Tito capisce i suoi errori e si pente. Già, questa canzone non è altro che la storia della salvezza di un uomo che in punto di morte si converte.
Tito sa benissimo tutte le schifezze che ha combinato nella sua vita e trova giusta la sua crocifissione, mentre sa benissimo che Gesù sta soffrendo terribilmente da innocente. Questo lo porta a dirgli "Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno (Lc 23,42)". E sapete cosa gli risponde Gesù? "In verità in verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso (Lc 23,43)". In questi ultimi versi ci sta tutto l'amore che Dio ha per gli uomini. Questo non è un incentivo a peccare perchè "tanto poi ci si salva comunque". Ricordiamoci che i ladroni sono due e Dimaco non riceve lo stesso trattamento.

Tito diventa il buon ladrone perchè riconosce i suoi peccati e si pente. Questa è la differenza.

Ricordate tutte le volte in cui Tito non prova dolore? In questi ultimi versi capisce che Qualcuno (Gesù) ha sofferto per lui pur essendo innocente, si è fatto carico delle sofferenze altrui per amore. Ha sofferto Lui al suo posto, si è fatto crocifiggere per i suoi peccati, per salvarlo. E Tito di fronte a questo fatto finalmente capisce e prova quel dolore che non ha mai provato per il male che ha causato.
"Ho imparato l'amore": vedere che Cristo si è lasciato crocifiggere per salvare i peccatori, e quindi anche Tito, mostra il vero amore divino. Amare significa mettere gli altri prima di noi stessi anche se questi sono i nostri nemici.
Probabilmente (ne sono ben conscio) questa chiave di lettura è diversa da quella dell'autore.
Ma voi, siete ancora convinti che questa canzone sia blasfema?



mercoledì 27 giugno 2012

Dentro una canzone - Monti di Mola

Monti di Mola

In li Monti di Mola la manzana
un'aina musteddina era pascendi
in li Monti di Mola la manzana
un cioano vantarricciu e moru era sfraschendi

e l'occhi s'intuppesini cilchendi ea ea ea ea
e l'ea sguttesida li muccichili cù li bae ae ae
e l'occhi la burricca aia di lu mare
e a iddu da le tive escia lu Maestrale
e idda si tunchià abbeddulata ea ea ea ea
iddu le rispundia linghitontu ae ae ae ae

- Oh bedda mea l'aina luna
la bedda mea capitale di lana
oh bedda mea bianca foltuna –
- Oh beddu meu l'occhi mi bruxi
lu beddu meu carrasciale di baxi
lu beddu meu lu core mi cuxi -

Amori mannu di prima 'olta
l'aba si suggi tuttu lu meli di chista multa
Amori steddu di tutte l'ore
di petralana lu battadolu di chistu core

Ma nudda si po' fa nudda in Gaddura
che no lu ènini a sapi int'un'ora
e 'nfattu una 'ecchia infrasconata fea ea ea ea
piagnendi e figgiulendi si dicia cù li bae ae ae

-Beata idda uai che bedd'omu
beata idda cioanu e moru
beata idda  sola mi moru
beata idda ià ma l'ammentu
beata idda più d'una 'olta
beata idda 'ezzaia tolta –

Amori mannu di prima 'olta
l'aba si suggi tuttu lu meli di chista multa
Amori steddu di tutte l'ore
di petralana lu battadolu di chistu core

E lu paese intreu s'agghindesi pa' lu coiu
lu parracu mattessi intresi in lu soiu

ma a cuiuassi no riscisini l'aina e l'omu
chè da li documenti escisini fratili in primu
e idda si tunchià abbeddulata ea ea ea ea
iddu le rispundia linghitontu ae ae ae ae.



Questa canzone è un omaggio di De André alla sua amata terra d'adozione, la Sardegna; Il testo è in dialetto, la musica è tipicamente sarda e ciò immerge totalmente chi ascolta in un certo contesto. "Monti di Mola" è infatti la denominazione in dialetto gallurese della Costa Smeralda. Il brano narra il tenero amore tra un giovane uomo e un'asina, che si incontrano in questa terra. Nessuno si stupisce di questo amore, nessuno si scandalizza, nessuno li deride, nessuno ha dubbi sui loro sentimenti, anzi...c'è anche chi li invidia...

Monti di Mola

Sui Monti di Mola la mattina presto
un'asina dal mantello chiaro stava pascolando
sui Monti di Mola la mattina presto
un giovane bruno e aitante stava tagliando rami

L'incontro tra il giovane e l'asina avviene in maniera casuale. E' un po' come se un giovane andando a lavorare, notasse una bella ragazza sull'autobus..

e gli occhi si incontrarono mentre cercavano acqua
e l'acqua sgocciolò dai musi insieme alle bave
e l'asina aveva gli occhi color del mare
e a lui dalle narici usciva il Maestrale

Ecco l'incrocio degli sguardi, ecco che i due hanno i primi fragili contatti. Così anche la cosa più insignificante (musi insieme alle bave) prende tutt'altra forma e si eleva a poesia (il mare, il Maestrale), un incontro casuale, si trasforma nell'amore.

e lei ragliava incantata ea ea ea ea
lui le rispondeva pronunciando male ae ae ae ae

I due cercano sempre più contatto e dagli sguardi si passa timidamente alle parole. Come sempre accade in queste situazioni il giovane diventa un po' impacciato, imbranato, come tutti gli uomini innamorati. Le diversità fra i due (anche di linguaggio) sono evidenti, ma il giovane si mette totalmente in gioco. Si guardano, si scambiano due parole banali del tipo "Fa freddo oggi eh?" oppure "Scusa sai che ore sono?" facendo appello ad ogni frase fatta pur di attaccare bottone. Poi ad un certo punto qualcuno si sbilancia un po' e cerca di far capire all'altro che si è  innamorato e allora magari che so...ti va un caffè? Che fai oggi? Posso accompagnarti?

- Oh bella mia l'asina luna
la bella mia cuscino di lana
O bella mia bianca fortuna
- O bello mio mi bruci gli occhi
il mio bello carnevale di baci
oh bello mio mi cuci il cuore

Amore grande di prima volta
l'ape ci succhia tutto il miele di questo mirto
amore bambino di tutte le ore
di muschio il battacchio di questo cuore

I due si innamorano. Non c'è altro da dire. Questi versi sono come il primo bacio che fa uscire allo scoperto i sentimenti di ciascuno. Avete presente quella sensazione che si ha quando si inizia una nuova storia? Queste parole così poetiche non sono altro che FARFALLE NELLO STOMACO.

Ma nulla si può fare nulla in Gallura
che non lo vengono a sapere in un'ora
e sul posto una brutta vecchia nascosta tra le frasche
piangendo e guardando diceva fra sé con le bave alla bocca

Beata lei mamma mia che bell'uomo
beata lei giovane e bruno
beata lei io muoio sola
beata lei me lo ricordo bene
beata lei più d'una volta
beata lei vecchiaia storta

Il paese è piccolo, tutti si conoscono, tutti parlano degli altri. Questo amore è diventato pubblico, e tra tanta gente che sorride davanti a questa nuova coppia c'è anche chi, benevolmente, li invidia. Beata lei! Lei si che avrà una bella vita, lei sì che starà bene...come per dire che ha trovato un buon partito, "si è sistemata".

Amore grande di prima volta
l'ape ci succhia tutto il miele di questo mirto
 amore bambino di tutte le ore
di muschio il battacchio di questo cuore

Questo ritornello non è più sulla bocca degli innamorati, ora è il paese che in un certo senso approva la nuova coppia.

Il paese intero si agghindò per il matrimonio
lo stesso parroco entrò nel suo vestito

Tutto è pronto. E' come se si stesse per celebrare il matrimonio del secolo. Tutto il paese si prepara a lunghi, lunghissimi festeggiamenti. La chiesa è addobbata, gli invitati sono seduti, il parroco ha già indossato la veste, tutti attendono l'arrivo della sposa.

ma non riuscirono a sposarsi l'asina e l'uomo
perché ai documenti risultarono cugini primi
e lei ragliava incantata ea ea ea ea
lui le rispondeva pronunciando male ae ae ae ae.

Il sogno d'amore si infrange tutto in un colpo. Ascoltando la canzone quasi ci si è dimenticati che si parlava dell'amore tra un uomo e un'asina. Nessuno ha fatto notare la cosa. Nessuno si è meravigliato, nessuno si è scandalizzato. Questo amore è approvato da tutti, non perchè sia una cosa "normale" ma semplicemente perchè loro sono due innamorati. Non conta nulla il fatto che si parla dell'amore tra un uomo e un animale. Loro si amano e basta, e questo cancella ogni differenza.

Il matrimonio non può essere celebrato per un problema strettamente burocratico. Il dialogo tra i due, espressione di grande gioia per tutta la canzone ora è velato dalla tristezza.
 In questo finale vi è però anche una punta di ironia, alludendo infatti che l'uomo e l'asino siano parenti è un po' come mettere l'animale più intelligente del mondo sullo stesso piano di quello che ha la fama di essere il più stupido.


 



domenica 24 giugno 2012

Piccola anticipazione

Le migliaia di lettori mi scuseranno per la poca attività sul blog. Purtroppo sono un tantino impegnato...
In ogni caso, stasera suoniamo a Imola e questa è la scaletta che abbiamo preparato per questo concerto!



AVVENTURA A DURANGO
LE STORIE DI IERI
ANDREA
UNA STORIA SBAGLIATA
DON RAFFAE’
GEORDIE  
CARLO MARTELLO  
CREUZA DE MA 
MONTI DI MOLA  
KHORAKHANE’  
IL TESTAMENTO DI TITO 
A DUMENEGA  
QUELLO CHE NON HO  
VOLTA LA CARTA  
IL PESCATORE



Vi aspettiamo!

giovedì 14 giugno 2012

Le prove

Ah, le prove, le prove...Non se ne fanno mai abbastanza. Il problema è che un giorno ha solo 24 ore e una settimana ha solo 7 giorni! Non è stato facile trovare una sera che andasse bene a tutti, siamo in 7 e tutti abbiamo il brutto vizio di lavorare, studiare e avere una vita. Fatta roba. Per non parlare dei periodi intensi pre-concerto. Comunque ci siamo! Il nostro posticino ce lo siamo ricavati (prima o poi ci sarà un post dedicato alla nostra saletta) e anche la strumentazione a furia di collette ce l'abbiamo! La formazione è "stabile". La Clarissa è accordata, Andrea si lamenta, io ho mal di schiena, Bacardi ha preso l'aspirina, la Mary gioca col cellulare, la Fra accorda il flauto, Bz slega con la chitarra, Luca allunga le dita sulle corde del basso e intanto la birra rimane chiusa. Sarà un successo.